Turismo

Le Valli di Córteno

Busto di Camillo GolgiCórteno Golgi, un paese con nome e cognome
Nel 1906 l’istopatologo Camillo Golgi, le cui scoperte sulla struttura dei tessuti nervosi e della cellula e nella lotta alla malaria sono state assai rilevanti per la medicina moderna, fu – assieme a Carducci – il primo Italiano insignito del Premio Nobel. Dal 1956, quello che prima era solamente Córteno poté dunque assumere, mutuandolo dall’illustre concittadino natovi nel 1842, il “cognome” Golgi. Nella ex sede municipale di Via Brescia adiacente alla chiesa sarà presto allestito un museo di cimeli golgiani, il cui nucleo principale sarà costituito dal materiale dell’attuale mostra, frutto dell’ex Cooperativa di Cultura “Camillo Golgi”.  Disposta in senso ovest-est, solcata dal torrente Ogliolo, la Valdicórteno è la biforcazione nord della Valcamonica (la terra degli antichi Camuni) e si estende tra Édolo e il passo d’Aprica, attraverso il quale si collega dolcemente alla Valtellina. La geomorfologia e l’insediamento umano, da sempre integrati armoniosamente, fanno dell’esteso bacino delle valli e convalli di Córteno (ben 82 kmq.) un ambiente climaticamente invidiabile e tipico del “versante soleggiato” alpino-centrale.<p >La millenaria chiesa di S. Martino domina isolata il nucleo principale del paese e la bassa valle dalla sommità dell’omonima rupe, al posto del castello carolingio di cui non restano ormai che poche tracce delle fondazioni perimetrali. Fu eretta e intitolata al santo, vescovo di Tours, dai monaci benedettini nel corso del X sec. d.C.

Chiesa di San Martino FrancoLa Riserva Naturale “Valli di S. Antonio”. Paradiso per gli amanti della natura e oasi di pace per centinaia di camosci e caprioli, cervi e mufloni, marmotte e volpi, martore ed ermellini, scoiattoli e lepri, francolini di monte e pernici bianche, imponenti gufi e civette nane, corvi imperiali e rauche ghiandaie, tordi e altri uccelli, La Riserva è inoltre luogo di nidificazione dell’aquila reale e del gallo forcello. All’interno della Riserva vi sono due bei rifugi alpini, ampie aree da picnic, sentieri attrezzati percorribili a piedi, a cavallo o in mountain-bike. Pittoreschi i ponti in legno coperti sui torrenti e le tipiche baite, alcune ristrutturate, coi tetti in “scàndole”. La riserva di pesca S.Antonio e quella di Val Brandét per l’agguato al “trotone” sono il paradiso degli appassionati della lenza.

RododendriOltre alle ottime opportunità di trekking, escursionismo, passeggiate, scialpinismo, mountain-bike ed equiturismo, sono disponibili nella zona di Aprica impianti di risalita e ben 4 scuole di sci, piscina coperta, palazzetto dello sport e campi da tennis, palestra d’arrampicata sportiva, campo da golf in quota, percorso vita, piste di fondo a Pian di Gembro e Trivigno. Il trenino rosso del Bernina da Tirano, il Parco Nazionale delle incisioni rupestri di Capodiponte e l’Archeopark, insieme ai passi Mortirolo-Gavia-Tonale offrono, nel raggio di pochi km, numerose possibilità di gite, sport e occasioni d’approfondimento storico-culturale. <p >La frugale tradizione gastronomica locale vanta almeno un piatto assolutamente caratteristico e originale, il cuz, probabile portato dell’invasione d’una tribù ungherese. Trattasi di carne d’ovino adulto, tagliata semplicemente a tocchetti e cotta a lungo lentamente nel proprio grasso. Ideale, anzi d’obbligo, gustarla con polenta di granoturco, mascherpa grattugiata e “col” (intingolo). Rinomati, infine, i salumi e formaggi nostrani.

(Vedere anche Córteno Golgi)

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